La lunga battaglia per spegnere Kiwi Farms, il sito più pericoloso del web (2024)

Sembrava sparito per sempre ma non è del tutto debellato: il forum che perseguita (soprattutto) le persone transgender e che ha causato almeno tre suicidi

La lunga battaglia per spegnere Kiwi Farms, il sito più pericoloso del web (1)

È una battaglia lunga e non priva di colpi di scena. Da una parte un gruppo di attivisti che ha unito le forza. Dall'altro quello che è stato definito «il sito più pericoloso di Internet»: Kiwi Farms. L'obiettivo dei primi è fare in modo che Kiwi Farms non sia più consultabile e che non possa neppure risorgere dalle sue ceneri.
Nato da un’idea di Joshua Moon, ex amministratore del sito 8chan, punto di riferimento per gli estremisti bianchi, Kiwi Farms è un forum, una bacheca online, che con il passare del tempo è diventato frequentato da persone intenzionate a creare vere e proprie campagne organizzate di molestie e persecuzione online. Gli obiettivi principali degli utenti del sito sono le persone transgender che vengono perseguitate sia online che (ed è l'aspetto più inquietante della vicenda) persino nella vita quotidiana. LOLCows chiamano i bersagli, cioè «mucche da LOL», target da «mungere» per generare divertimento (LOL). Da quando esiste il sito, i metodi adottati per le molestie hanno spinto almeno tre persone al suicidio ma, visti i numerosi bersagli presi di mira dal forum, potrebbero essercene anche di più.

La vicenda sconcertante di Clara «Keffals» Sorrenti

Per comprendere come agisce la macchina infernale messa a punto dai frequentatori di Kiwi Farms, si può guardare a quanto successo a Clara Sorrenti, una giovane streamer di Twitch, nota online anche come Keffals, impegnata come attivista dei diritti per le persone transgender. Essendo popolare nel mondo del web, Sorrenti da subito è entrata nei radar di Kiwi Farms come potenziale vittima. La campagna contro di lei è partita prima con un attacco hacker che le ha rubato i dati più importanti, per poi proseguire con una falsa denuncia di crimine che, addirittura, ha portato la polizia direttamente a casa sua.
Un utente di Kiwi Farms si è spacciato per lei inviando un'email a tutti i membri del consiglio comunale di London, Canada, dove Sorrenti viveva; nel messaggio la sedicente Sorrenti sosteneva di aver ucciso la madre, di essere armata e di aver l'intenzione di attaccare il municipio, giurando di «sradicare tutti gli individui cisgender». A seguito dell'e-mail, la giovane streamer si è ritrovata con una squadra Swat in casa, un poliziotto che la affrontava con un fucile spianato notificandole l'arresto.
Dopo l'episodio Clara si è rifugiata in un hotel ma gli utenti di Kiwi Farms l'hanno rintracciata anche lì e hanno ordinato a suo nome, o meglio con il suo nome pre-transizione, centinaia di pizze recapitate alla porta della sua stanza.
Esasperata dai continui attacchi, la streamer ha deciso di lasciare il Canada per trasferirsi in Europa, in Irlanda del Nord, dove ha voluto lanciare con la sua visibilità online un appello per fare pressione affinché i fornitori di servizi Internet smettessero di proteggere il forum. Un appello che un'ampia comunità di attivisti e utenti comuni ha sostenuto e rilanciato utilizzando l’hashtag#DropKiwiFarms.

Alcune delle vittime non hanno avuto la forza d'animo di Clara Sorrenti. Sono stati accertati finora almeno tre casi di persone che, dopo essere state prese di mira dalle campagne di Kiwi Farms, hanno deciso di togliersi la vita.
La prima è stata nel 2016 Julie Terryberry: aveva detto di essere stata perseguitata dai frequentatori del sito a causa del suo aspetto e della sua relazione poliamorosa. Nel 2018 è stato il turno di un'artista transgender nota come Chloe Sagal, al termine di 5 anni di molestie e di cyber-bullismo. Nel 2021 il sito web è stato associato anche al suicidio di uno sviluppatore di videogiochi oggetto di una campagna d’odio perché affetto da autismo, noto come con il nickanme di Near/Byuu.

La vicenda di Sorrenti è stata fondamentale per la formazione di un gruppo di attivisti transgender con ottime competenze digitali, che hanno deciso di dichiarare guerra al sito web, cercando ogni strada possibile per evitare che resti online. In particolare, a guidare il gruppo da un anno ci sono Clay, un ex membro pentito di Kiwi Farms, e Liz Fog-Jones, una delle protagoniste più accanite nella lotta contro il sito. Con il passare del tempo, il loro lavoro è stato sempre più incentrato sul cercare di individuare le aziende che, attraverso i propri servizi, permettono a Kiwi Farms di essere online per poi provare a convincerle a togliere il proprio sostegno al forum, di fatto mettendolo facendolo scomparire dalla rete.

La lunga battaglia per spegnere Kiwi Farms, il sito più pericoloso del web (2)

È quanto è successo, ad esempio, con Cloudflare, una nota azienda di sicurezza tecnologica che ha smesso di fornire i propri servizi al forum dopo la campagna di hashtag #CloudflareProtectsTerrorists, spiegando che la propria scelta era stata presa dopo aver visto che numerosi utenti del sito erano arrivati addirittura a pubblicare gli indirizzi di casa delle loro vittime, chiedendo alla community del sito di andarli a uccidere.
Tuttavia, nella battaglia per essere messo offline Kiwi Farms finora è sempre riuscito ad adottare delle contromisure come, ad esempio, cambiare i propri server, affidandosi a società come VanWaTech, che hanno sostenuto anche altri siti controversi come il già citato 8chain.

Moon, la mente dietro a Kiwi Farms, sa come muoversi nel complesso mondo del web. Da quando ha appreso dell’esistenza di un gruppo di attivisti che hanno dichiarato guerra alla sua creatura, si è mosso in modo da rendere loro il lavoro ancora più difficile. Di recente, infatti, il fondatore del contestato sito web ha acquisito il proprio hardware, le risorse di rete e una serie di indirizzi IP, così da rendere la rimozione del suo sito molto complicata.

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Il gruppo degli attivisti è riuscito a far cessare il sostegno a Kiwi Farms da parte di numerose aziende, mettendo la sopravvivenza del sito web in grande difficoltà. L’ultimo colpo della guerra al forum risale ad ottobre, quando la società Zayo, dopo essere stata contattata da Fong-Jones, ha deciso di cessare i suoi servizi a Kiwi Farms. Tuttavia, gli attivisti sanno benissimo che il sito web e il suo fondatore potrebbero trovare qualche altro fornitore e continuare ad essere online. C’è, però, una speranza che il gruppo coltiva per continuare la sua battaglia: Fong-Jones, infatti, ha dichiarato al Washington Post che la lista dei fornitori non è infinita ed è per questo che sperano di ottenere la vittoria, mettendo il sito definitivamente offline. Ma la lotta è ancora in corso: «La gente pensa che Kiwi Farms sia morto per sempre... oppure pensano che sia attivo e quindi rimarrà per sempre - ha detto Fong-Jones -. Nessuna di queste due narrazioni è vera».

La vicenda di Kiwi Farms è uno specchio dell'enorme difficoltà nel rimuovere dal web contenuti legati a crimini d'odio, molestie, abusi e istigazioni alla violenza. Il forum di Moon è solo uno dei tanti strumenti utilizzati per organizzare delle campagne di molestie di gruppo. Un caso eclatante a livello italiano è statala scoperta dell’esistenza di alcune chat di Revenge p*rn su Telegramcon decine di migliaia di iscritti che ogni giorno si scambiano video intimi degli ex partner per poi condividere informazioni sensibili come il numero di cellulare, chiedendo agli altri membri di ricattare la vittima o di provocarla. La sensazione è che la battaglia contro Kiwi Farms sia solo una delle tante che si combatteranno nei prossimi anni contro i lati oscuri del web.

2 ottobre 2023 2023

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